Grazie all’intervento della Maggioranza in Consiglio regionale ed alle misure adottate dall’Assessore Regionale alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità, Elena Lucchini, Regione Lombardia incrementa con risorse proprie, i fondi statali relativi alla disabilità grave e gravissima, fugando così ogni dubbio: a fine anno infatti, è stato approvato il Programma operativo per il 2024 a favore delle persone con grave e gravissima disabilità e in condizione di non autosufficienza.
In sostanza, ai fondi nazionali, dunque, si somma uno stanziamento aggiuntivo di 13 milioni dal Fondo Sanitario regionale e 14 milioni di risorse proprie. A queste si associa un impegno per 3,5 milioni ulteriori per la misura B1, votato dalla maggioranza in sede di approvazione del Bilancio di Previsione con un apposito ordine del giorno.
Nelle annualità precedenti la compartecipazione di Regione Lombardia, oltre alle risorse messe a disposizione dal Fondo Sanitario regionale, ammontava a 10 milioni di euro. Fondi aumentati a 13,4 milioni nel 2023 e ulteriormente ampliati, per il 2024, con il Bilancio approvato a dicembre 2023.
Il raffronto con le annualità passate testimonia concretamente l’attenzione di Regione Lombardia per la non autosufficienza, il cui Fondo, costituito da risorse nazionali e regionali, ha visto negli anni un graduale aumento (FNA 2021: 127.421.990; FNA 2022: 151.827.000; FNA 2023: 154.545.000).
In particolare, nell’esercizio 2024 FNA totale 168.445.000, così suddivisi:
127.545.000 FONDO NAZIONALE FNA (misure B1+B2);
7.920.000 rafforzamento personale (ovvero PUA);
2.480.000 per progetti di vita indipendente (PRO.V.I.);
14.000.000 Bilancio regionale;
13.000.000 dal Fondo Sanitario Regionale;
3.500.000 grazie all’ordine del giorno del bilancio regionale (presentato e approvato dalla Maggioranza) che andranno sulla misura B1;
Sulla misura B1 le persone in carico sono passate da 9.169 esercizio 2021 a 10.662 esercizio 2023, con un incremento percentuale pari a + 16,3%; mentre sulla misura B2 le persone in carico sono passate da 10.182 esercizio 2021 a 16.128 esercizio 2023, con incremento percentuale pari a + 58%. Sull’argomento si è espresso il Consigliere Regionale lecchese Giacomo Zamperini.
«I dati parlano chiaro, non c’è stato nessun taglio alle risorse ed ai servizi, semmai il contrario, con un incremento dello stanziamento regionale di oltre 4 milioni di euro rispetto agli anni precedenti. Voglio ricordare a chi da sinistra sta facendo polemiche strumentali e pretestuose che queste modifiche normative sono frutto di una legge voluta dal precedente Governo, firmata dell’allora Ministro Andrea Orlando del Partito Democratico. Quindi, parafrasando le parole del collega Gianmario Fragomeli, oggi Consigliere Regionale del PD e già parlamentare di maggioranza nel governo Draghi, le uniche cose ignobili e ridicole sono le accuse di tagli sulla disabilità che provengono da chi rappresenta lo stesso partito che ha imposto queste prescrizioni.» Ha commentato Giacomo Zamperini.
In particolare, nello stesso Piano Nazionale per la Non Autosufficienza (PNNA), approvato nell’ottobre del 2022, viene previsto l’obbligo per le Regioni di incrementare la quota delle risorse destinate ai servizi che, per la Lombardia nell’anno 2024, dovrà raggiungere la percentuale del 15% dei fondi di provenienza statale. La norma nazionale prevede quindi una graduale attuazione dei LEPS (Livelli Essenziali di Prestazione sociali), che si concretizzerà in un graduale passaggio dagli attuali trasferimenti monetari all’erogazione di servizi.
Come si evince dalla stessa normativa nazionale, il prossimo passaggio è la rimodulazione, destinando una parte delle risorse all’erogazione di servizi, in favore delle persone con disabilità. Il futuro è quindi la garanzia di un’offerta di servizi integrata e personalizzata: un passaggio graduale verso la piena attuazione della riforma, considerato che la Regione ha richiesto la proroga dei tempi di attuazione dei LEPS.
«Regione Lombardia è sempre stata attenta al tema dei caregiver familiari e intende continuare a sostenerli. Nel 2023 a Lecco si è svolto un ciclo di cinque incontri promosso da ATS, con l’obiettivo di formare caregiver informali (familiari) nell’assistenza alle attività della vita quotidiana di soggetti con disabilità.
La Provincia di Lecco è ricca di realtà che sono un esempio encomiabile di come il terzo settore possa fare concretamente la differenza sulla qualità della vita delle persone ed incidere positivamente su di un intero territorio. Penso ad esempio ad AUSER che recentemente ha proposto un’iniziativa finanziata da Regione Lombardia a supporto delle persone con disabilità ed alle loro famiglie, permettendo di avere quattro luoghi ben distribuiti sul nostro territorio provinciale, i quali potranno diventare un presidio informativo per chi ha bisogno di ascolto e di accompagnamento.
Le persone con disabilità, insieme alle loro famiglie sono una priorità per Regione Lombardia ed attraverso il sostegno che viene dato loro viene mandato un messaggio molto chiaro: In Lombardia nessuno resta solo!» Conclude il Consigliere Regionale Zamperini.
A dare un’idea del fenomeno è un’indagine ISTAT, un approfondimento tematico sulla conciliazione tra lavoro e famiglia, realizzato sulla base dei dati del modulo ad hoc europeo “Reconciliation between work and family life” nel quale si calcolerebbe che in Italia vi siano 7,3 milioni di caregiver familiari, ossia persone che si prendono cura di un familiare fragile, e che di questi 2,1 milioni prestino sostegno per 20 o più ore alla settimana. In Lombardia si rileva la presenza di 2,3 milioni di anziani ultrasessantacinquenni, circa 530.000 dei quali versano in condizioni di non autosufficienza. A fronte di questa presenza, si stima che i caregiver in Regione siano almeno 380.000.
In seguito, alcuni dati prodotti da un’analisi condotta online da OVER (Osservatorio Vulnerabilità E Resilienza), tramite un questionario inviato per e-mail agli utenti dei Patronati ACLI delle province lombarde che tra il 2021 e il 2022 hanno fatto domanda di prestazioni di invalidità civile.
Nella 75% dei casi, l’attività di cura è svolta dai figli dell’anziano, mentre nell’11% dei casi sono i coniugi o partner a prestare assistenza. Solo nel 14% dei casi si tratterebbe di altre figure familiari o di persone esterne alla famiglia. Per quanto riguarda la condizione lavorativa del caregiver, il 56% del campione è occupato (e ben tre lavoratori su quattro hanno un impiego a tempo pieno), mentre il 31% è in pensione.
L’età media dei caregiver, 59 anni a livello regionale, è piuttosto elevata: solo nel 16% dei casi il caregiver ha meno di 50 anni, nel 43% dei casi ha un’età compresa tra i 50 e i 60 anni e nel 27% dei casi tra i 60 e i 70 anni, mentre ben il 14% degli intervistati ha più di 70 anni.